giovedì, Marzo 30, 2023
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Covid-19: nuove preoccupazioni per una possibile variante creata in laboratorio

Il contesto dell’esperimento

Presso la Boston University è stato creato un virus ibrido combinando il Covid-19 originale (wild type) con la proteina spike della variante Omicron. Lo scopo di questo esperimento era indagare l’influenza delle mutazioni nella proteina spike sulla patogenicità delle ultime varianti in circolazione. I risultati hanno mostrato che la variante sintetica Omicron-S ha un tasso di mortalità dell’80% nei topi, molto più elevato rispetto all’Omicron. Tuttavia, questo ha riacceso il dibattito sul rapporto rischi-benefici di tali esperimenti. Per approfondire il tema della scienza dietro questi studi, visita questo articolo.

Le motivazioni dello studio

La variante Omicron è altamente trasmissibile e può infettare anche le persone vaccinate o che hanno già contratto il virus. Tuttavia, i sintomi sono spesso più lievi rispetto a quelli delle varianti precedenti. Gli scienziati hanno cercato di determinare il ruolo della proteina spike, responsabile del meccanismo di infezione del Covid-19, nelle caratteristiche dell’Omicron.

Covid-19: nuove preoccupazioni per una possibile variante creata in laboratorio
Covid-19: nuove preoccupazioni per una possibile variante creata in laboratorio

I risultati dell’esperimento

Un articolo di preprint ha mostrato che l’ibrido Omicron-S è più letale dell’Omicron, ma meno del wild type. L’80% dei topi infetti è morto a causa dell’Omicron-S, mentre nessun topo è stato ucciso dall’Omicron. I ricercatori sostengono che la proteina spike potrebbe essere responsabile della capacità del virus di eludere il sistema immunitario, ma non della ridotta letalità dell’Omicron.

La questione della sicurezza

L’esperimento è stato condotto presso il National Emerging Infectious Diseases Laboratories della Boston University con un livello di sicurezza 3 (su un massimo di 4), il che significa che il rischio di contagio o di fuga del patogeno è minimo.

La polemica

Nonostante le precauzioni di sicurezza, l’esperimento ha sollevato preoccupazioni e polemiche. Una delle critiche è che gli scienziati responsabili non avrebbero consultato il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) riguardo alle loro intenzioni. Il NIAID, che aveva finanziato il progetto, afferma di aver appreso del lavoro solo attraverso i media, poiché la richiesta di finanziamento non conteneva dettagli sull’esperimento.

Il coinvolgimento del NIAID

Il NIAID dovrebbe essere consultato ogni volta che si conduce un esperimento che potrebbe aumentare il potere pandemico di un virus. Secondo Emily Erbelding, direttrice della divisione di microbiologia e malattie infettive del NIAID, era necessario valutare se l’esperimento rientrasse in quella categoria e, in tal caso, seguire il protocollo stabilito dall’ente.

Considerazioni sulla letalità del virus ibrido

È importante notare che il virus ibrido creato in laboratorio ha una letalità inferiore rispetto al wild type, che uccideva il 100% dei topi infetti. Tuttavia, non è detto che le stesse percentuali valgano per gli esseri umani, poiché il ceppo di Wuhan aveva ucciso meno dell’1% delle persone infettate.

Impatto potenziale sulla salute pubblica

Anche se il virus ibrido è meno letale del ceppo originario, la variante di laboratorio Omicron-S rende il virus originale immunoevasivo esattamente come l’Omicron, aumentandone l’infettività. Come abbiamo appreso in questi quasi tre anni di pandemia, se il virus infetta molte più persone rispetto al ceppo originale, potenzialmente ne uccide anche molte di più, non in proporzione ma in termini assoluti.

Conclusioni

La scienza dietro la creazione di varianti del Covid-19 in laboratorio solleva preoccupazioni e polemiche, ma offre anche preziose informazioni per comprendere meglio il virus e le sue mutazioni. Gli esperimenti come quello condotto alla Boston University devono essere valutati attentamente per bilanciare i benefici delle scoperte scientifiche con i rischi potenziali per la salute pubblica. La ricerca su Covid-19, una nuova variante creata in laboratorio solleva preoccupazioni e polemiche, deve continuare in modo responsabile e trasparente, tenendo conto delle possibili conseguenze e delle normative esistenti.

Maria Elena Ricci
Maria Elena Ricci
Maria Elena è appassionata di scienza, politica, arte e cultura. La sua curiosità e voglia di apprendere si manifestano nel ruolo di autrice, esplorando idee e condividendo conoscenze su IA, Tecnologia e Scienza. Nel tempo libero, legge libri e articoli per ampliare la sua percezione del mondo.
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